COVID-19 : Differenze tra tampone e test sierologico
La diffusione dell’epidemia di COVID-19 ha richiesto di avere a disposizione test rapidi per diagnosticare l’infezione da nuovo Corona-virus.
Inizialmente era disponibile solo il tampone faringeo o naso-faringeo, poi stati realizzati test sierologici per ricercare gli anticorpi diretti contro il Sars-Cov2.
Il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi l’infezione in corso, i test sierologici, invece, aiutano a capire se una persona è già entrata in contatto con il virus.
COME
SI FA UN TAMPONE PER SARS-COV-2
Il tampone è un esame rapido e indolore che viene effettuato inserendo un
bastoncino:
- Nella bocca (tampone faringeo);
- Nel naso (tampone naso-faringeo) del bambino.
Il test è semplice e deve essere eseguito da personale specializzato osservando tutte le convenzionali norme di sicurezza .
Il tampone viene strofinato leggermente sulla mucosa:
- Della faringe posteriore, infilando il tampone in bocca fino ad arrivare nei pressi delle tonsille per il tampone faringeo;
- Del naso, infilando il tampone in una narice e procedendo fino a raggiungere la parete posteriore del rinofaringe (parte superiore del faringe).
Entrambi i tamponi vengono mandati ad un laboratorio specializzato che conferma se il virus è presente nel faringe per mezzo di test molecolari .
COS’È UN TEST SIEROLOGICO PER SARS-COV-2
Il test sierologico per il nuovo corona-virus , invece , si esegue sul sangue che viene raccolto con un normale prelievo.
Alcuni test rapidi , già disponibili in commercio per le sole Autorità Sanitarie, necessitano una sola goccia di sangue ottenuta dal polpastrello di un dito della mano. Altri test sierologici sono in fase di sperimentazione e si stanno accelerando le ricerche per renderli al più presto disponibili per l’intera comunità scientifica.
Il test dimostra la presenza nel siero del paziente di alcuni anticorpi che si formano dopo che una persona è stata contagiata.
Se gli anticorpi sono presenti significa che il sistema immunitario è già entrato in contatto con il virus, anche se non è possibile determinarne il momento preciso . Sulla base degli studi effettuati, sembra che per vedere la comparsa degli anticorpi debbano passare almeno otto giorni dopo l’inizio dei primi sintomi. Se nel caso il test sierologico venisse effettuato prima di questo periodo , potrebbe risultare negativo.
Bisogna precisare che i test sierologici non possono sostituire il tampone, che dimostra la presenza o meno di materiale genetico virale, confermando l’eventuale infezione in corso , ma consentono di capire se la persona è entrata in contatto con il virus e ha sviluppato le difese immunitarie in grado di proteggerla in caso di nuovo contatto.